Codice Ateco Cos’è

FISCO – Codice ATECO: cos’è e a cosa serve la classificazione delle attività economiche

Se siete titolari di un’impresa, liberi professionisti o lavoratori autonomi, vi sarete certamente imbattuti nel codice ATECO al momento dell’apertura della partita IVA. Ma cos’è esattamente questo codice, da dove deriva e a cosa serve nella pratica? In questa guida chiara ed esaustiva, scopriamo il suo significato e la sua funzione fondamentale nel sistema fiscale e amministrativo italiano.

Cos’è il codice ATECO?

Il codice ATECO è una classificazione alfanumerica utilizzata per identificare in modo univoco la tipologia di attività economica esercitata da un’impresa o un lavoratore autonomo. È definito dall’ISTAT in accordo con la nomenclatura europea NACE e aggiornato periodicamente. Dal 1° aprile 2025 è entrata in vigore la nuova classificazione ATECO 2025, che ha sostituito la versione ATECO 2007 (aggiornata nel 2022).

La struttura del codice è gerarchica e si articola in sezioni (lettere), divisioni, gruppi, classi, categorie e sottocategorie (fino a sei cifre). Le lettere identificano il macro-settore (es. agricoltura, industria, servizi), mentre le cifre successive specificano in modo sempre più dettagliato l’attività economica effettiva.

Al momento dell’inizio attività, è necessario comunicare all’Agenzia delle Entrate e alla Camera di Commercio il proprio codice ATECO attraverso la Comunicazione Unica (modello AA9 per le persone fisiche, modello AA7 per altri soggetti). Questo consente agli enti preposti di registrare correttamente l’attività prevalente svolta.

A cosa serve il codice ATECO?

Il codice ATECO non ha solo una funzione statistica, ma è fondamentale per la vita amministrativa e fiscale dell’impresa. Serve a determinare:

  • il corretto inquadramento ai fini IVA e contributivi;
  • l’accesso a regimi fiscali agevolati (come il regime forfettario);
  • la valutazione del rischio INAIL per la sicurezza sul lavoro;
  • l’applicazione di eventuali contributi previdenziali INPS;
  • l’ammissibilità a bandi pubblici o misure di sostegno settoriali;
  • la classificazione delle imprese da parte della Pubblica Amministrazione e degli enti finanziatori.

Il codice viene riportato nel certificato di attribuzione della partita IVA e nella visura camerale, e rappresenta un punto di riferimento essenziale anche in fase di verifica o modifica dell’attività.

Nel caso in cui l’attività svolta rientri in più codici ATECO, si adotta come prevalente quello che rappresenta la porzione economicamente più rilevante. Se vi è incertezza, si utilizza un approccio gerarchico (metodo “top-down”) in cui il codice prevalente è determinato in base alla coerenza con le categorie superiori.

Dal 2025, per imprese con una sola unità locale, il codice ATECO può essere attribuito in modo automatico grazie all’integrazione tra l’Anagrafe Tributaria e il Registro Imprese. Per le imprese multi-localizzate, invece, il codice è assegnato individualmente dal Registro delle Imprese sulla base delle dichiarazioni fornite per ciascuna sede.

È quindi fondamentale che il codice ATECO corrisponda esattamente all’attività realmente svolta, per evitare difformità nei dati fiscali, contributivi o statistici, con possibili conseguenze anche sull’accesso a agevolazioni e incentivi.